E' a quel tavolo lungo nell'ombra che l'uomo siede e beve,
mentre il giallo antinebbia dell'alfa lampeggia, si spegne
e deve parcheggiare lungo quella strada che lui conosce
già nella parte più povera e rovinata di quella città.
Lui fa il volto nell'ombra e le parla parole di malinconia
e se pure volesse abbracciarla lo sa che lei andrebbe via.
Lui si volta, lei vuole ordinare qualcosa al bar
ma lei regge bene l'alcool e lui sa che non si sbottonerà.
La cameriera nera non parla bene l'italiano
ma sorride spesso, è un gatto che viene e va.
"Poliziotti nel mio locale", dice,
"non ne possono entrare e a te piccola Alice che cosa ti posso portare?"
Lui già li vede..
Chi conduce la squadra ha gli occhiali è nervoso nero e spilungone
ma il coltello ce l'ha il ricciolino che dice: "ma che bella riunione!"
Un po' indietro sta il terzo con l'orecchino ed il barbone,
forse un po' effeminato ma i muscoli sono da esposizione.
La cameriera nera guarda il cuoco che sta sotto il. bancone,
si tiene pronto a fare fuoco con il suo cannone,
l'uomo sposta la sedia e li guarda come fossero zanzare,
questo ferma lo spilungone che ritarda un poco a parlare
Lui già li tiene..
Alice centro della contesa fa finta di non vedere,
fa la piccola donna indifesa, dice: "io non voglio sapere!"
L'uomo sposta la sedia e tira fuori qualche banconota,
sorride alla cameriera nera, si volta e se ne va.
La rabbia di Alice lo insegue ancora per la città,
lei voleva vedere il suo sangue ma non ci riuscirà,
no, non ci riuscirà.