Dargen D'Amico - Amico Immaginario lyrics

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Dargen D'Amico - Amico Immaginario lyrics

[Verse 1] Restavo fermo pomeriggi interi, mani nelle mani Dita sui bottoni a fare click clack A schiacciare forte la fronte sul vetro Per sentire la febbre alla città Poi nuotavo sul divano e disegnavo qualche itinerario Al cioccolato con le dita sporche sullo stradario Contavo le figurine, le automobiline, quanto restava nel salvadanaio Ma una volta finito questo, e finiva sempre troppo presto Sentivo le mancanze Per esempio di un amico più grande per parlare del resto Così provavo a parlare con gli oggetti, col muro Con gli oggetti sul muro e gli dicevo "No, non sono stato io a inchiodarti! Forse neanche la nonna, lo giuro!" [Hook] Ho fatto tanto per diventare grande Ho fatto tanto per diventare vero Ho fatto finta di non vedere il buio Come hai fatto a crederci sul serio Amico mio, amico mio comunque sia Amico mio, amico mio se tu vai via Almeno lasciami la luce accesa O la lucina che si attacca alla presa [Verse 2] Per anni fui terrorizzato Pensavo che morendo sul più bello sarei finito all'inferno Perchè non sono battezzato Le chiese che avevo visto in cinque quattro volte dall'interno Ma nonostante ciò avevo già sentito uomini inutili Come mio padre parlare di Dio E questo mi bastò per dedurre che Chiunque avesse le iridi azzurre parla**e con Dio Così provai anch'io e neanche un mese dopo Ci rispondevamo a vicenda all'appello Per il resto parlavamo poco, giusto all'ingresso e all'uscita Ma sempre con lo stesso bidello In cla**e ognuno aveva l'amichetto sacrosanto Per non sentirmi solo io mi immaginai il mio A correre in corridoio, fuori era quasi buio Vado ciao, a domani, addio [Hook] Ho fatto tanto per diventare grande Ho fatto tanto per diventare vero Ho fatto finta di non vedere il buio Come hai fatto a crederci sul serio Amico mio, amico mio comunque sia Amico mio, amico mio se tu vai via Almeno lasciami la luce accesa O la lucina che si attacca alla presa [Verse 3] Nessuno si offenda se ricordo che dopo merenda Tenevamo un diario Un paio di volte mi è sembrato fiero come una leggenda Di avere uno come me come amico immaginario Poi non so mica cos'abbia combinato nella vita Ne se si rivede in queste canzonette Forse si riflette sulle superfici plastificate di certe immaginette Se la giornata era bella a**olata Suonavano la campanella ma noi restavamo fuori Gioiosi, irrispettosi E rubavamo i motorini ai rispettivi fratelli maggiori Prima guido io J, poi guidi tu Oddio no, prima io poi dai tu Qualsiasi cosa facessi era con me Anche quando registravo i primi rap col canta tu