Moretti Giovanni è da sedici anni nel settore commerciale
d'una ditta di tessuti, e nemmeno per il funerale
della mamma, una povera donna con un gran senso del decoro
nemmeno quel giorno, dicevo, ha fatto tardi al lavoro.
E ha 41 primavere, pochi capelli, poche illusioni
di trovare la donna ideale come nei film alla televisione
e sa di non essere bello, non essere ricco né intelligente
ma a Giovannino di queste e altre cose gliene frega meno di niente.
Ché la sera la musica cambia, e la vita si fa più leggera
rumba, salsa, merengue, mambo, tra le luci della balera
ma la sera c'è chi si consola con un sorso di Strega o di Vov
e chi come scintilla s'invola tra una rumba, un two-step e un foxtrot.
La sera finito il lavoro, Giovannino ritorna a casa,
torna a casa sempre da solo e non trova più la luce accesa
entra nel salotto buio e silenzioso come lo spazio profondo
e con le spalle poggiate al muro
s'apre una scatoletta di tonno.
Dopo cena e una sigaretta fumata sempre e solo a metà
mette il cappotto e, in tutta fretta, nel pantano di luce della città
si tuffa e a pa**o spedito s'avvia verso il club Mocambo
tra l'accenno d'un meneito e il rattatata d'un samba
Ché la sera la musica cambia...
"Qua con la svalutazione, l'inflazione, la congiuntura"
hanno detto stamane al lavoro, "non si sa ancora quanto si dura"
Giovannino che 'sti paroloni li capisce sempre solo a metà
gli ha detto il capo-sezione "Qua s'entra tutti in mobilità"
E in quel momento nella sua mente s'è dipinta questa sequenza:
dall'usciere al presidente, tutti che si muovono a pa**o di danza
e mentre c'è chi gli dice "Beato, beato te, che non hai famiglia"
lui pensa al nuovo proletariato allineato in una quadriglia.
Ché la sera la musica cambia...
Come l'ultima nota quando stretti, si balla l'amore in un lento
è arrivata anche a casa Moretti la lettera di licenziamento
e ora Giovanni è in cucina e guarda la pioggia rigar la finestra
ma quel ritmo della sera prima non gli esce più dalla testa
Ché la sera la musica cambia...