S'ênn conosciuti a la catena di montaggio: Lei, tutta bianca, che spiccava in quel candor. Gigi Lamera, ed abitava dietro Baggio, Era il suo nome; ma non era un tipo snob! "Scusi, signore: per andare alla toeletta?" "Scusi, signora, ma rispondere non so." "Lei, al lavoro come viene?" "In bicicletta..." "Ma non è fine! La credevo un gran signore..." Prendeva il treno per non essere da meno; Prendeva il treno per sembrare un gran signor! E la rivide, dempre in sede di montaggio, Lei tutta fresca, con un fresco cappellin "Gigi Lamera, si ricorda? Vivo a Baggio..." "Si, vagamente.. Lei è ciclista o giù di lì" "Macché ciclista! Prendo il treno dietro a Baggio!" - ed ostentava un cravatta dell'Upìm- "Voglia gradire questi fiori come omaggio..."
"Che fiori sono?!?" "Signorina, i hoo fà mi!" Prendeva il treno per non essere da meno; Ma già deluso da quel grande, a**urdo amor! L'han licenziato, in un bel giorno a fine maggio Che l'han trovato a tagliar fiori int'i lamée; Adesso è ottobre, fa già freddo, ma il coraggio Di dirlo in casa, col perchè, lü ghe l'ha no! E tun-tun-tun che l'vol savé (.............) "Gigi, l'è tardi!..." come pure, ogni mattina Lesto si avvia, con la cartella sotto il braccio, Male annodata la cravatta dell'Upim... E prende il treno per non essere da meno, E piange e ride per quel grande, a**urdo amor! E prende il treno per non essere da meno, E piange e ride per quel grande, a**urdo amor! (Grazie a giuseppe per questo testo)